giovedì 27 marzo 2008

GENESI DEL MIO INTERESSE VERSO I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO

Insegno da 9 anni, da quando sono di ruolo, dal 1999. Dal 2001 ho iniziato ad interessarmi di Disturbi specifici di apprendimento o di dislessia come per brevità si usa dire, anche se impropriamente.
L’interesse è nato quando una mamma di una mia alunna si lamentò con me per il fatto che un mio collega, maestro della figlia più grande, secondo lei non aveva capito il problema della bambina. Fu in quella occasione che sentii per la prima volta il termine “dislessia”. Sembrerà strano e paradossale che un insegnante a ormai 27 anni (tanti ne avevo quando entrai in ruolo) e con alcune esperienze maturate in 7 anni come supplente (poche esperienze, in realtà) sentisse per la prima volta questo problema. Eppure andò così.
Neanche all’Università, negli esami di didattica che sostenni o nelle lezioni di psicologia dell’età evolutiva, non venne mai trattato.
Insomma, le parole della mamma ebbero due effetti su di me: il primo fu che dovevo assolutamente saperne di più e il secondo ne diventò la logica conseguenza: non dovevo assolutamente creare i presupposti affinché un domani un qualsiasi genitore parlasse di me negli stessi termini in cui quella mamma parlò del collega.
Da quel giorno iniziai un percorso di autoformazione tra navigazioni su internet e letture sul tema. Il primo libro mi fu proprio consigliato da quella mamma: era il libro “Quando un bambino non sa leggere” del prof. Biancardi.
Intrapresi anche un percorso di formazione seguendo alcuni corsi: conobbi, così l’associazione Italiana Dislessia, e nell’aprile del 2002 andai al corso di formazione a Montecatini. Ci andai a ridosso della Pasquetta con un bambino che aveva da poco compiuto 1 anno. Mia moglie mi ha sempre sostenuto nel mio lavoro e ha sempre dimostrato di comprendere le mie motivazioni professionali, e anche in quella occasione non oppose resistenza. Del resto avevo preso un impegno con il Collegio Docenti e grazie all’interessamento dell’allora Dirigente , ci andai a nome della scuola, con il conseguente rimborso, parziale, delle spese ma anche con l’impegno di redigere una relazione sull’evento.
Dal 2002 al 2007 ho partecipato a decine di corsi di formazione e convegni.
Accanto a questi ho continuato a comprare e leggere libri, creandomi, così una discreta conoscenza del problema, ma soprattutto, e ciò lo ritengo più importante, dei punti di vista e delle convinzioni ritengo ben fondati e motivati.
Ho assunto posizioni di riflessione e di critica a fronte del mio ruolo. Si è creata forte in me la sensazione che se da un lato si riteneva la scuola colpevole della scarsa conoscenza della dislessia dall’altro non c’era la consapevolezza di come si lavori a scuola e delle problematiche attinenti al mestiere di maestro.
E’ stato per me sempre un motivo di veridicità poter dire ai colleghi, ai quali ho trasmesso delle informazioni, che ciò che trasmettevo era filtrato da un insegnante loro pari, che sa cosa voglia dire insegnare ad una classe e avere alunni che sono in difficoltà.

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